Le allerte alimentari: l’importanza di sapersi documentare

I controlli sul cibo sono, al giorno d’oggi, sempre più stringenti.

Ciò garantisce, rispetto al passato, grande sicurezza relativamente a quello che mangiamo e protezione dall’ingestione di contaminanti di origine biologica (batteri, virus, funghi) o chimica (metalli o altri residui potenzialmente tossici), dannosi per la salute.

È notizia recente, per esempio, quella relativa al ritrovamento di residui metallici nei famosi fiocchi di latte Yocca. Tuttavia, leggendo in maniera più approfondita, si nota come, tali residui siano stati riscontrati in uno specifico lotto del prodotto.

Il 2015, è stata la volta del cadmio nel Tonno Insuperabile.

Andando a ritroso, nel 2011, i cetrioli contaminati da Escherichia coli, portarono, addirittura, a rapidi decessi, a causa di tossine letali che causavano insufficienza renale.

Certamente, la diffusione rapida di tali notizie sul web permette alla popolazione di salvaguardare la propria salute. Ma, al tempo stesso, è spesso causa di “demonizzazione” di alcuni alimenti che, per più o meno brevi periodi, vengono eliminati dalla tavola dei consumatori, fino a quando la loro accertata o presunta nocività non viene dimenticata a favore di una nuova allerta.

Quando leggete notizie del genere, quindi, selezionate attentamente la fonte che le diffonde ed evitate di cliccare sul primo link che vi capita su Google. In questo modo sarete consumatori consapevoli, saprete cosa non mangiare, per quanto tempo e in che misura, evitando, così di lasciarvi prendere da mode allarmiste o di dimenticarvi dell’esistenza di composti chimici che, se assunti con una certa frequenza, possono causare danno al vostro organismo anche senza essere “sponsorizzati” da qualche breaking news.

Il mio consiglio è quello di andare sul sito del ministero della salute (www.salute.gov.it), scrivere il nome del prodotto sul quale volete informazioni nella striscia di ricerca posta in alto a sinistra e togliervi ogni dubbio!

 

 

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